martedì 15 dicembre 2009

MAGISTRATURA : UN'AUTONOMIA CHE VA RISPETTATA.

E' ormai divenuto di moda, almeno da una parte della politica italiana, attaccare senza criterio l'operato dei giudici o dei pubblici ministeri.
Facendo ciò vengono meno una serie di garanzia costituzionali sulle quali si fonda il nostro ordinamento, per non parlare della fiducia che il cittadino ha nella giustizia, fiducia già seriamente messa alla prova da varie problematiche che qui vi spiegherò.

La magistratura detiene il potere giudiziario, che è quel potere che permette in via definitiva e autonoma di risolvere una controversia di natura civile,penale e amministrativa applicando la legge, nel rispetto del contraddittorio delle parti.

L'operato del giudice è quindi quello di, si applicare la giusta pena al caso concreto, ma anche quello di interpretare la legge e di adattarla al caso di specie.
Questa interpretazione è fondamentale, perchè, come nel caso dei pronunciamenti della Corte di Cassazione, da la possibilità al giudice di riempire vuoti legislativi, ossia di "creare" delle leggi assenti nel nostro ordinamento.

Tale attività deve essere libera, priva di ogni sorta di condizionamenti.
Purtroppo in Italia non è così e vengono meno una serie di norme costituzionali tesa a tutelare tale autonomia.
In Italia vige la separazione dei poteri, che è uno dei principi fondamentali dello stato di diritto.
Consiste nell'individuazione di tre funzioni pubbliche (legislazione, amministrazione e giurisdizione) e nell'attribuzione delle stesse a tre distinti poteri dello stato, intesi come organi o complessi di organi dello stato indipendenti dagli altri poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario, che appunto spetta solo e soltanto ai giudici.

Per tali ragioni, qualsiasi interferenza in tale attività, rappresenta una violazione della Costituzione.
Certamente si è liberi di contestare o di non approvare una decisione, ma certi organi politici non possono e non devono interferire con l'operato dei giudici, arrivando addirittura ad una guerra aperta.

Io ricordo che, ogni qual volta una Prefettura inzia un'indagine, lo fà su dei dati certi, non perchè un PM si alza storto la mattina e decide di indagare su Tizio o Caio.

Ci vuole sicuramente più rispetto per la giustizia, dato che se Tizio non ha violato nessuna norma, nel corso dei vari gradi di giudizio, verrà sicuramente provata la sua estraneità al fatto contestatogli.

Vorrei poi precisare alcuni punti che al cittadino, per forza di cose, sfuggono.

Si dice che in Italia la giustizia sia lenta.
Ciò è vero, ma perchè lo è?

E' vero perchè lo Stato decide di stanziare fondi per altre "necessità", quali per esempio le missioni militari all'estero o per alzare sempre il numero di appartenenti alla compagine governativa (vedi sottosegretari) o ancora per varere opere pubbliche che non vedranno mai la luce (ponte sullo stretto).

I Tribunali sono a secco di personale.
I giudici sono pochi e quei pochi hanno una mole di lavoro impressionante, sulla quale potrebbero lavorare almeno altri 2 o 3 loro colleghi.
I giudici sono pochi perchè il concorso per diventare giudice è assurdo, impossibile da passare se non con qualche aiuto.
Questo perchè un giudice sicuramente pesa enormemente sulle casse dello Stato, peso sicuramente giustificato da una utilità sociale non irrilevante, cosa che non si può dire per la maggior parte di Senatori o Deputati che occupano senza nessun beneficio le rispettive poltrone, non apportando nessun beneficio alla Nazione.

Allora perchè non riduciamo della metà il numero dei politici e non alziamo almeno di 1/3 il numero dei giudici?
Scommetteri tutto che con tale soluzione i tempi della giustizia si dimezzerebbero.

Altro problema che affligge i Tribunali.
Il numero dei cancellieri è poco. Il cancelliere è il cuore pulsante del Tribunale.
Rappresenta il braccio destro del giudice, esso svolge un'attività importantissima, in quanto fà da raccordo fra la giustizia e il cittadino e/o avvocato.
Tutta l'attività "cartecea" passa dalle mani del cancelliere, il quale aggiorna periodicamente il giudice sulle attività da svolgere.

Allora io mi chiedo, se la nostra politica vuole una giustizia migliore, se il cittadino lo vuole, perchè non investire di più in tale fondamentale settore?

Forse a qualcuno non conviene?

venerdì 11 dicembre 2009

CORTE COSTITUZIONALE : SIMBOLO DI DEMOCRAZIA E LIBERTA'.

Si sente più spesso parlare di Corte Costituzionale, di quelli che sono i suoi interventi a tutela della Costituzione italiana, dei suoi presunti favori alla sinistra italiana.

L'ultimo intervento del Premier Berlusconi, fra l'altro a Bonn dinanzi ai colleghi europei, ha visto le stessa Corte al centro dell'ennesimo scandalo.
La Suprema Corte, sarebbe secondo Berlusconi, governata dai giudici che, essendo tutti di sinistra, non fanno che mettere il bastone fra le ruote del Governo.
Ma leggiamo le parole del Premier.

"'In Italia la sovranita',dice la Costituzione, appartiene al popolo' e il Parlamento 'fa le leggi,ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale' e la Corte 'abroga la legge'.La Consulta dunque da organo di garanzia e' diventato organo politico.'Contro il partito dei giudici cambieremo la Carta".

In realtà la Corte Costituzionale è da sempre il baluardo della Costituzione italiana.
I suoi membri vengono scelti direttamente dal Presidente della Repubblica, dal Parlamento e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative.
Questa struttura "mista" è finalizzata a conferire equilibrio alla Corte costituzionale.
Per favorire tale equilibrio il costituente associa, nella composizione dell'organo, l'elevata preparazione tecnico-giuridica e la necessaria sensibilità politica.

Le competenze della Corte sono infinite e la sua pronuncia è obbligatoria ogni qual volta viene leso un principio contenuto nella nostra Costituzione.
Ovviamente Essa si interssa anche dei rapporti fra i vari organi dello Stato, affinchè ognuno rispetti le proprie competenze.

E' un organo con un storia importante, le cui regole fondanti sono contenute nella Costituzione stessa.

Tali caratteristiche richiederebbero maggior rispetto per questo Organo, che vanta fra le sue file i migliori giuristi che questo Paese possa avere.

mercoledì 9 dicembre 2009

IL GOVERNO USA LA "FIDUCIA"...MA COSA VUOL DIRE ?

In Italia la questione di fiducia è un istituto parlamentare riservato al Governo e disciplinato dai regolamenti interni della Camera (art. 116) e, in modo più succinto, del Senato (art. 161).

Il governo pone la questione di fiducia su una legge, qualificando tale atto come fondamentale della propria azione politica e facendo dipendere dalla sua approvazione la propria permanenza in carica.
Nella pratica politica tale strumento viene usato dal Governo per compattare la maggioranza parlamentare che lo sostiene o per evitare l'ostruzionismo dell'opposizione.

Ponendo la fiducia tutti gli emendamenti decadono e la legge deve essere votata così come è stata presentata.
Tale caratteristica fà della fiducia una strumento lesivo del ruolo proprio del Parlamento, in quanto ne sminuisce l'attività stessa, rendendo inutile e superfluo il dibattuto parlamentare, base di ogni democrazia.

Nel caso in cui il Parlamento respinga la questione di fiducia posta dal Governo, quest'ultimo è considerato privo della fiducia della Camera/Senato e pertanto è tenuto a rassegnare il mandato nelle mani del Capo dello Stato.